PAOLA PISANO: un assessore e ministro innovatore o novello Epeo di Parnasso?

da Dic 23, 2019News

Nel Canto VIII dell’Odissea, Omero affida all’aedo Demódoco il racconto, davanti ad Ulisse ed alla corte di Alcinoo, re dei Feaci, della conquista di Troia mediante lo stratagemma del Cavallo che Epéo di Parnasso costruì con l’aiuto di Pallade Atena e dietro il suggerimento dell’astuto Ulisse stesso.

Così come, invece, Publio Virgilio Marone nel Libro II dell’Eneide ci parla dell’opera di convincimento dei Troiani, a portare il Cavallo dentro le mura della città, da parte di Sinone, giovane greco che finge di essere ostile ad Ulisse e di essere scampato al sacrificio che avrebbe dovuto vederlo vittima augurale per un felice ritorno in patria degli Achei.

Perché questi brevi excursus nella mitologia greca e latina?

Perché già a settembre di quest’anno avevamo denunciato lo stato di disorganizzazione (qui il link al post Facebook di Angelo Catanzaro ed all’articolo di TorinoOggi che lo riprendeva) nel quale l’assessora Pisano, all’epoca già promossa (con grande sorpresa e sconcerto di tanti nonché del Partito Democratico metropolitano) Ministro per l’Innovazione del governo Conte 2, aveva lasciato, dopo la chiusura di numerose sedi distaccate, l’Anagrafe Centrale di Torino.

Perché con l’interpellanza in Consiglio di Circoscrizione 1 dell’11 dicembre, a prima firma Angelo Catanzaro, alla Sindaca ed agli assessori competenti, avevamo sollevato alcuni dubbi sui Protocolli di Intesa che la Giunta aveva stipulato con la TIM per il 5G e sull’opacità o assenza di trasparenza degli stessi (qui l’articolo nel quale ne avevamo parlato).

Ma soprattutto perché l’articolo de Linkiesta del 21 di questo mese (qui il link) ha fatto emergere l’enorme conflitto di interessi della Casaleggio Associati, società di capitale che a tutti gli effetti detiene il controllo del primo partito politico italiano (così come emerso dalle elezioni del 2018) imponendo contributi economici incostituzionali agli eletti e che partecipa da consulente alla “Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del paese”, ovvero sui temi che costituiscono il core business della medesima Srl (con tanto di ringraziamenti personali da parte del Ministero). Articolo che ha giustamente generato l’opposizione di Italia Viva (per voce della ministra Bellanova) e del Partito Democratico (per voce del ministro Franceschini) alla firma del piano in Consiglio dei Ministri.

Ed i conflitti di interessi di Davide Casaleggio e della sua società non si limitano ai soli aspetti dell’innovazione digitale, ma riguardano anche altre sfere di intervento legislativo come lascerebbero supporre i cospicui finanziamenti ricevuti (dalla Casaleggio e da Beppe Grillo) da parte della Moby di Onorato emersi grazie anche agli articoli del Corriere e La Stampa.

E cosa dire, infine e per tornare all’ambito cittadino, del grido di allarme lanciato da Jacopo Jacoboni di ieri 22 dicembre su La Stampa in merito al rischio di controllo dei nostri dati che potrebbe sorgere dalla joint venture Google-TIM con la creazione a Torino del più grande data center unificato italiano nel quale far confluire tutti i dati derivanti dalla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, sapendo anche che tale progetto nasce anche dalla volontà di Fabio Vaccarono, Country Manager di Google Italia e presente a più eventi della Casaleggio, e di Luigi Gubitosi, ad di TIM, ovvero del partner privilegiato della Giunta 5 Stelle di Torino nello sviluppo del 5G (senza contare inoltre che, sicuramente per puro caso, tutto il sistema di e-mail della Città di Torino è recentemente passato dal CSI proprio alla Google)?

O anche dell’insistenza con la quale la Casaleggio, per voce anche del ministro Patuanelli, difende a spada tratta gli accordi commerciali per il 5G con la Huawei, altra company molto vicina alla Srl di via Visconti di Modrone e presente a più eventi della stessa, nonostante gli allarmi sui rischi per la sicurezza lanciati dalla community occidentale dell’intelligence e dai nostri servizi?

Ma allora, la ministra Paola Pisano, ex assessora della Giunta di Torino e promotrice come tale degli accordi e delle sperimentazioni 5G (nonché dei disastrosi eventi pubblici con i droni, per i quali prima o poi bisognerebbe che qualcuno andasse un po’ più a fondo), quale ruolo ha svolto e tuttora svolge in questo palese conflitto di interessi?

E’ stata promossa ai vertici apicali dell’Amministrazione Pubblica grazie ai propri meriti personali, dei quali non ci permettiamo di dubitare, o per svolgere le funzioni che con la costruzione del Cavallo di Troia e la distruzione della città furono affidate a Epeo di Parnasso ed a Sinone?