ATP FINALS ASSEGNANO I PIENI POTERI AD APPENDINO

da Apr 3, 2020News

Con un decreto legge il Governo ha adottato una serie di misure relative ai giochi olimpici di Cortina e all’ATP Finals di tennis di Torino.

In estrema sintesi, su questo secondo punto, il decreto:

  • Istituisce un Comitato composto dal Sindaco di Torino (Presidente), un rappresentante della Regione Piemonte, uno del Governo e uno della Federazione tennis, nonché una Commissione Tecnica composta da un rappresentante del Comune, uno della Regione e tre della Federazione; i due nuovi organismi organizzeranno e gestiranno l’evento, anche avvalendosi di una società per azioni la Sport e salute (sede a Roma, emanazione del Coni)
  • Autorizza il Comune di Torino a elaborare un piano di opere e infrastrutture pubbliche e private, anche senza delibera del consiglio comunale, anche in deroga al piano regolatore e alle leggi di programmazione dei lavori pubblici
  • Accolla allo Stato una fidejussione fino a 44 milioni di euro
  • Finanzia le attività del 2020 con 3 milioni di Euro

Si tratta dell’ennesimo passo indietro della democrazia della nostra città.
Infatti, in primo luogo permette al Sindaco di Torino di deliberare senza necessità di discutere il proprio piano in Consiglio Comunale; non siamo lontani dai pieni poteri che in questo periodo sono in troppi a rivendicare.

Così si impedisce non solo all’opposizione ma anche alle diverse posizioni legittimamente presenti all’interno della maggioranza di esercitare il proprio ruolo istituzionale in rappresentanza di tutti i cittadini.
In secondo luogo permette allo stesso Sindaco di agire in deroga alle regole vigenti, come se tali regole fossero un fastidioso orpello burocratico e non frutto di confronto e discussione democratica.

Il rischio è di effimere cattedrali nel deserto, sfregi culturali e ambientali che la città di Torino non meriterebbe; probabilmente è indispensabile creare dei meccanismi che superino le attuali inefficienze e lentezze nella deliberazione, sarebbe auspicabile che ciò avvenga in un quadro di riferimento chiaro e questo sì inderogabile, senza dover rinunciare ad un progetto complessivo e democratico di città.

Infine impone alla città le decisioni e le attività di una SpA del Coni, come se non esistessero in Piemonte società che avrebbero potuto organizzare l’attività con maggiore sensibilità locale e che avrebbero potuto maggiormente sostenere l’economia regionale.

Non minori perplessità possono sollevarsi nei confronti del Governo, che in piena “emergenza Coronavirus” trova il tempo e la volontà di intervenire e finanziare attività future la cui realizzabilità è oggi ovviamente molto incerta, senza alcun confronto parlamentare, giustificando l’utilizzo del decreto legge in nome di una necessità e urgenza che in tempi come questi si fatica a riconoscere in un provvedimento come questo.

Sembra l’ennesima conferma che non è vero che il Coronavirus impedisce di assumere decisioni politiche; piuttosto ha agevolato chi intende accantonare il processo democratico di maturazione e assunzione delle decisioni politiche e utilizza il virus come formidabile arma di distrazione di massa e gli appelli all’unità come bavaglio a qualsiasi opposizione o dibattito.